Questa è la mia storia personale. So perfettamente che non sei qui per sapere i fatti miei ma per capire cosa posso fare per te. In questo caso non ti faccio perdere tempo e ti invito a passare direttamente a scoprire i servizi che offro e come posso esserti utile.
Ma se hai un po’ di tempo, se magari fuori piove e di mettere il naso fuori di casa proprio non hai voglia, se quando cerchi un collaboratore vuoi sapere non solo se è bravo nel suo lavoro ma anche che persona è… allora continua a leggere.
Ti avverto: è una storia lunga, a volte un po’ contorta, ma anche ricca di colpi di scena. Si narra di licenziamenti, viaggi ed evoluzione personale. Si narra di come la passione per i libri e la scrittura mi abbiano portato negli anni a diventare editor e SEO copywriter freelance e di come un giorno del 2014 l’amore per i viaggi e la curiosità per le culture altrui mi abbiano trasformata da editor sedentaria a editor nomade digitale.
Questa è la mia storia personale. Questa sono io.

Il lungo viaggio per diventare nomade digitale

Prima di diventare editor nomade digitale sono stata tante cose. Lavorativamente parlando ne ho collezionate di ogni genere fin dai tempi dell’Università, nell’intento di arrotondare quello che mi passavano i miei. In quegli anni sono stata, tra le altre:

  • contabile in un’azienda vinicola;
  • barista e cameriera;
  • speaker radiofonico;
  • baby sitter;
  • giornalista.

Il mio primo lavoro “serio” (full time, contratto a tempo indeterminato) arriva subito dopo la Laurea in Filosofia. Corono il mio sogno di allora venendo assunta come commessa in una grande libreria di Forlì.

editor nomade digitale
Per me, che vanto una media di 30 libri letti all’anno, è come entrare nel Paese dei balocchi. Passo la maggior parte del tempo ad allineare le pile dei libri sugli scaffali, a leggere sinossi, a sfogliare, ad annusare… e a comprare, naturalmente! Una buona fetta dello stipendio che percepisco torna nel giro di pochi giorni nelle mani che me lo hanno elargito, in un perfetto esempio di economia circolare.
Due anni dopo, il primo cambiamento.

Primo licenziamento (2001): il primo vero Viaggio

Destinazione: Australia.
Durata del viaggio: 3 mesi.

In Australia scopro nuove virtù. Accudisco bambini, cucino, zappo la terra e pianto semi. Ho un visto turistico che non mi consente di lavorare, quelli che svolgo sono quindi “lavori volontari” (qualche ora di lavoro al giorno in cambio di vitto e alloggio). È grazie al WWOOF (World-Wide Opportunities on Organic Farms) che mi affaccio al colorato mondo delle comuni e degli ecovillaggi.

Dopo tre mesi il mio corpo torna in Italia, mentre il cuore resta là dove l’ho lasciato. L’Australia ha piantato radici dentro, mi manca la natura, mi mancano le stelle così vicine che sembra di afferrarle, mi manca un orizzonte che faccia l’orizzonte, si perda cioè verso l’infinito e non contro il cornicione di una palazzina. Mi manca, soprattutto forse, il silenzio. Decido quindi di trovare lavoro per qualche mese in un paese dell’appennino e poi, dopo avere fatto incetta di natura, ossigeno e qualche soldo, ripartire.

La vita però prende spesso strade diverse da quelle che immaginiamo e infatti mi scopro non solo a tornare in pianura dopo poco, ma a bussare alla porta di chi qualche mese prima ha accolto il mio licenziamento. Perché nel frattempo ha fondato una casa editrice.
Inserisco dati, scrivo recensioni, organizzo rassegne letterarie, conosco il maestro che mi insegna le basi del mestiere che mi cambierà la vita: l’editing. Da Eraldo Baldini imparo a valutare libri, a editare romanzi addentrandomi tra le finezze della punteggiatura e la complessità della struttura di un testo, ad apprendere l’arte del “taglia e cuci” e il delicato equilibrio tra errore e stile, miglioramento e snaturamento, autonomia e interazione con l’autore. Metto alla prova le nozioni apprese e capisco che è questo il mestiere che voglio fare nella vita: l’editor.
Ma poi qualcosa scatta di nuovo. In quattro anni non ha mai smesso di chiamarmi, nemmeno per un giorno… dovrò pure ricambiare tanta fedeltà!
Accade così che…

Secondo licenziamento (2005): la scoperta del nomadismo

Destinazione: Australia.
Durata del viaggio: 9 mesi.

Questa volta parto per l’Australia con il Working Holiday Visa e l’ignoto davanti a me: dove andrò, cosa farò e quanto resterò sono incognite che condiscono di avventura questa nuova fase della mia vita.
Finirò per restare 9 mesi nel Paese a testa in giù. Comprerò Paquito, un meraviglioso Mazda van rosso fuoco dotato di tettuccio apribile in compartecipazione con Miriam, una ragazza spagnola conosciuta a raccogliere uva in una fattoria del Victoria.

Per cinque mesi Paquito sarà non solo mezzo di trasporto, ma casa e testimonial di un viaggio che mi porterà a tagliare il centro dell’Australia fino all’estremo nord e poi a scendere lungo la costa orientale, fermandomi di tanto in tanto per lavorare. Stavolta aggiungo al mio già colorato curriculum anche i lavori di imbianchina, raccoglitrice di rose, venditrice al lunapark, lavapiatti in un Casinò, donna ai piani in una comunità di aborigeni. Sperimento nuove realtà comunitarie soggiornando nella più grande comune australiana (Tuntablefalls) e in un piccolo centro buddhista (Dharmananda). Imparo a fare il formaggio, a sguazzare in una vasca affacciata sulla natura, a preparare pasti per dieci persone, a sentirmi libera, innamorata della vita e dedita a quel progetto di vita che risponde al nome Libertà.

Qui puoi leggere alcuni articoli della mia esperienza in Australia!

Poi, ancora una volta, rientro in Italia. E il motivo è uno di quei misteri destinati a librarsi nell’aria per anni e anni.
Riprendo a correggere libri, questa volta come editor freelance, e arrotondo sistemando fotografie con Photoshop in un negozio di fotografia, finché non approdo in una casa editrice specializzata in manuali sportivi (io, che raggiungo l’apice del fitness facendo il Cane a testa in giù!) con un contratto da tirocinante.
Dopo un anno sono assunta part-time e divento Responsabile Editoriale: tra le mie mansioni non c’è solo l’editing di libri di sport, ma anche la correzione bozze, la pianificazione editoriale e la gestione di tutto il delicato processo di lavorazione che porta dalla valutazione di manoscritti alla stampa e distribuzione di un libro. Nel frattempo continuo a lavorare anche come editor freelance, collaborando con diverse case editrici e misurandomi in diversi settori, ognuno con le sue peculiarità: in questi anni mi occupo romanzi, saggi, libri di crescita personale e narrativa per bambini.
Tutto procede al meglio, faccio il lavoro che ho sempre desiderato fare e almeno una volta all’anno mi concedo un mese all’estero per coltivare l’altra grande passione che da sempre scandisce la mia vita: i viaggi.
E sono proprio i viaggi, uniti alla consapevolezza che 30 giorni su 365 sono un tempo insufficiente a soddisfare  il mio bisogno di vedere il mondo, a fungere da molla per il terzo licenziamento. Quello definitivo.

Terzo licenziamento (2014): la rinascita come nomade digitale

Destinazione: Thailandia.
Durata del viaggio: ancora in corso.

DSCF5446Si dice spesso che il terzo tentativo è quello buono e infatti il terzo licenziamento porta con sé un’importante novità: non lascio un lavoro sicuro per viaggiare, lo lascio per iniziare un nuovo stile di vita.
A gennaio 2014, con in tasca un biglietto di sola andata per la Thailandia, inizia ufficialmente la mia vita da editor nomade digitale. Mentre esploro Thailandia, Vietnam e Sicilia studio SEO e trasformo l’antica passione per la scrittura in una nuova passione e abilità: il SEO copywriting.

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E adesso?

La vita da nomade digitale non è sempre facile, eppure ciò che toglie lo restituisce con gli interessi in termini di libertà, crescita personale e ricerca della felicità. Che nel mio caso significa anche, e soprattutto, amore per il diverso, per ciò che non conosco, per tutto quello che risiede fuori dalla “comfort zone”.
Ed è proprio l’uscita dalla zona di comfort, unita a intricati e misteriosi meccanismi, che nel novembre 2015 mi traghetta alle Canarie. Gran Canaria, Fuerteventura, El Hierro. Dove mi trovo tutt’ora.
E la storia e il viaggio continuano…

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